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20 giugno

Sant’Egidio, una preghiera per chi muore di speranza

Nella Giornata mondiale del Rifugiato, alle 20, nella chiesa di San Bernardino alle Monache a Milano veglia ecumenica in memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa

19 Giugno 2018

In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato (20 giugno), la Comunità di Sant’Egidio promuove “Morire di Speranza”, una veglia ecumenica di preghiera per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita nei viaggi della speranza verso l’Europa. Perché la loro memoria non vada perduta. Perché non accada più. Un’invocazione perché nasca una cultura di accoglienza, specie in un momento come quello attuale in cui tante porte si chiudono, e cessino le morti nel Mediterraneo.

Per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite (Unchr) sono oltre 8.200 i morti nel Mediterraneo negli ultimi due anni. Nel 2018 è diminuito il numero di coloro che partono dalle sponde maghrebine verso l’Italia, ma al contempo aumentano tragicamente le possibilità di morire. Il viaggio è sempre più pericoloso: nei primi tre mesi del 2018 il tasso di mortalità è salito a un decesso ogni 14 persone, rispetto a un morto ogni 29 partiti nello stesso periodo del 2017.

La preghiera “Morire di Speranza” si terrà in diverse città italiane ed europee, tra cui Roma, Catania, Barcellona, Torino, Palermo, Madrid, Napoli, Losanna, Padova, Bologna e Bari. A Milano la preghiera si terrà mercoledì 20 giugno, alle 20, presso la chiesa di San Bernardino alle Monache in via Lanzone 13. Sarà presieduta da don Massimiliano Sabbadini (vicedirettore di Caritas Ambrosiana). Vi parteciperanno padre Samuel Aregahegn (Chiesa ortodossa etiope), la reverenda Vickie Sims (Chiesa anglicana), il diacono Yonas Haile (Chiesa ortodossa eritrea) e la pastora Anne Stempel – De Fallois (Chiesa luterana). Vi prenderanno parte anche molti profughi ospitati nei centri di accoglienza milanesi, molti dei quali frequentano le Scuole di lingua e cultura Italiana della Comunità di Sant’Egidio. Durante la preghiera saranno letti i nomi e le storie di quanti hanno intrapreso questo viaggio e sono morti nel tentativo di raggiungere il nostro continente. Un’invocazione perché nasca una cultura di accoglienza, e cessino le morti nel Mediterraneo. L’evento è inserito nella rassegna “Insieme senza Muri. Per una città aperta e accogliente”, promosso in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano.

«Di fronte ai morti in mare ribadiamo la necessità di aprire corridoi umanitari verso l’Europa – dice Giorgio Del Zanna di Sant’Egidio -. In questi due anni ne abbiamo realizzati dal Libano, dall’Etiopia e dalla Turchia verso l’Italia e ora anche verso la Francia, il Belgio, Andorra, San Marino e il Principato di Monaco. Occorre offrire vie legali per l’ingresso in Europa: per questo i corridoi salvano vite e contrastano veramente il traffico di esseri umani”. I corridoi umanitari sono realizzati dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alle Chiese evangeliche, alla Tavola valdese, alla Cei e alla Caritas: «Sono una luce di speranza perché frutto di un’alleanza ecumenica, che indica l’aiuto ai poveri come via per mettere in pratica il dialogo tra cristiani».