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Milano

Ventuno profughi eritrei accolti nelle parrocchie ambrosiane

Sono giunti in Italia grazie ai corridoi umanitari Cei - Governo. Le comunità che li ospiteranno - una per ogni Zona pastorale - programmeranno percorsi di inserimento sociale. Il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti: «Un modo diverso e profetico di fare accoglienza e integrazione»

di Francesco CHIAVARINI

28 Giugno 2018

Sono arrivati a Milano nella serata di mercoledì 27 giugno i 21 profughi assegnati alla Diocesi ambrosiana tra quelli giunti a Roma grazie ai corridoi umanitari aperti con l’Etiopia dal Governo e dalla Conferenza episcopale italiana. Tutti di nazionalità eritrea, avevano trovato rifugio nei campi profughi del Tigrai in Etiopia.

Nella notte tra martedì e mercoledì sono stati imbarcati ad Addis Abeba su un volo dell’Ethiopian Airlines insieme agli altri 139 beneficiari dell’iniziativa umanitaria. Sbarcati all’aeroporto di Fiumicino e sbrigate le formalità burocratiche, dopo il pranzo hanno proseguito il viaggio in pullman alla volta del capoluogo lombardo, dove sono giunti in serata. Ad accoglierli a Roma è andato il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti: «Erano stanchi e molto provati per le fatiche e, a volte, le violenze, che hanno dovuto subire. Da noi troveranno cuori e menti aperte per aiutarli a ricostruire un futuro», ha spiegato.

Il gruppo affidato alla Diocesi di Milano è composto da sette uomini, sette donne e sette minori. Ora saranno suddivisi nelle 7 Zone pastorali della Diocesi e ospitati in appartamenti messi a disposizione dalle parrocchie. In ogni appartamento, uno per ogni Zona pastorale, i profughi saranno assistiti da un tutor che farà da mediatore tra l’ospite e la comunità.

Il sostegno burocratico e l’accompagnamento sociale saranno assicurati dagli operatori delle cinque cooperative coinvolte – Farsi Prossimo, Intrecci, Sociosfera, Novomillennio e Arcobaleno – che possono vantare una pluriennale (in qualche caso decennale) esperienza nel campo dell’assistenza ai rifugiati e richiedenti asilo.

Con questi arrivi sale a 27 il numero di persone beneficiarie dei corridoi umanitari ospitati nella Diocesi di Milano. I costi dell’accoglienza saranno interamente a carico della Chiesa. Oltre al contributo delle Cei, le risorse verranno dalle Cooperative. Per aiutare le parrocchie che accolgono Caritas Ambrosiana ha istituto un fondo specifico alimentato dai proventi della Raccolta indumenti usati svoltasi lo scorso 12 maggio.

L’impegno delle parrocchie ambrosiane sarà quello non solo di provvedere all’ospitalità, ma anche di programmare percorsi di inserimento sociale, individuando una famiglia tutor incaricata di seguire più da vicino i profughi accolti e predisponendo un programma condiviso con l’intera comunità. Dunque accogliere, proteggere, promuovere e integrare, come ha sottolineato papa Francesco nel messaggio per la 51esima Giornata Mondiale della Pace. E come recita il manuale diffuso nelle comunità per spiegare l’iniziativa.

«Caritas Ambrosiana ritiene molto importante e significativa l’adesione al progetto “corridoi umanitari” – dice ancora Gualzetti -. L’iniziativa presenta tutte le caratteristiche ideali dell’“opera segno” che, oltre a indicare il senso di un impegno, oggi più che mai deve andare controcorrente. È una sperimentazione pilota, fatta su un piccolo numero di persone, che vuole dimostrare la fattibilità di un modo diverso e profetico di fare accoglienza e integrazione, attraverso il coinvolgimento delle comunità».

 

I corridoi

A livello nazionale i corridoi umanitari sono finanziati dal fondi Cei 8X1000. Il protocollo d’intesa prevede in due anni l’accoglienza di 500 persone nelle 22 Diocesi aderenti (Aversa, Avezzano, Bergamo, Biella, Brescia, Cagliari, Cassano all’Jonio, Cuneo, Jesi, Messina, Milano, Ragusa, Rimini, Roma, Salerno, Teggiano-Policastro, Terni, Vercelli, Vicenza, Volterra). I rifugiati saranno ospitati presso parrocchie, appartamenti di privati e istituti religiosi, con il supporto di famiglie italiane che si occuperanno di accompagnare il percorso di integrazione sociale e lavorativa sul territorio garantendo servizi, corsi di lingua italiana, inserimento scolastico per i minori e cure mediche adeguate.

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