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La Formazione Permanente del Clero opera nella convinzione che la grazia del presbiterato e la fraternità nel presbiterio rinviano al mistero della Chiesa e alla sua missione salvifica nella storia

La Formazione Permanente del Clero, intesa come proposta della nostra Chiesa diocesana ai ministri ordinati, si pone a servizio della Formazione Permanente che ciascun presbitero o diacono è chiamato a coltivare in forza dell’ordinazione sacramentale. È infatti lo stesso esercizio del ministero a plasmare il ministro, di modo che quanto realizzato pienamente e una volta per sempre nel sacramento dell’Ordine trovi progressiva conferma e attuazione nel corso della sua vita. Possiamo così parlare di una vocazione “nel” ministero che segue la vocazione “al” ministero: la personale e attiva corrispondenza di ciascun presbitero o diacono alla grazia del sacramento che opera nell’intero corso della sua vita costituisce di fatto la vera essenza di quella che chiamiamo la Formazione Permanente del Clero. Con essa, ciascun ministro, in comunione con tutta la Chiesa, si dispone a «ravvivare il dono di Dio che è in lui per l’imposizione delle mani» (cf. 2Tim 1,6).

Più specificamente, la proposta diocesana di Formazione Permanente del Clero tende a coltivare un’esperienza di gioiosa appartenenza al presbiterio, in profonda e filiale comunione con il Vescovo. Ogni presbitero è chiamato a sentirsi parte di una singolare famiglia o fraternità, le cui misteriose radici affondano nel Sacramento dell’Ordine e nel ministero apostolico del proprio Vescovo.

La Formazione Permanente del Clero opera comunque nella convinzione che la grazia del presbiterato e la fraternità nel presbiterio rinviano al mistero della Chiesa e alla sua missione salvifica nella storia. Essa si colloca nel quadro dell’annuncio del Vangelo in un mondo sempre sottoposto a cambiamenti. In questa luce possiamo affermare che « per un presbitero la sfida della Formazione Permanente consiste nel continuare a crescere con la Chiesa, al ritmo della Chiesa, sotto l’impulso dello Spirito » 1. Tale sfida assume la forma di un esercizio che « nel suo spirito interiore e nel suo realizzarsi storico fiorisce e fruttifica sempre e solo come triade indivisa e indivisibile di comunionecollaborazione- corresponsabilità»

Pur avendo come obiettivo quello di ravvivare il dono ricevuto nell’ordinazione presbiterale, la Formazione Permanente del Clero non dimentica che il fondamento del ministero va ricercato nel primato della fede e nel dono del Battesimo. Essa tende a far sì che il presbitero sia un credente e lo diventi sempre di più. Chiamata a muoversi nella direzione di un intenso discernimento pastorale e di un serio aggiornamento teologico, la Formazione Permanente del Clero avrà sempre una dimensione primariamente ed essenzialmente spirituale.

In sintesi, coerentemente con le convinzioni sopra esposte, i principi guida della Formazione Permanente del Clero nella nostra Diocesi potrebbero essere indicati nel modo seguente:
1) una prospettiva spirituale sintetica (la proposta di FPC sarà ultimamente e sempre di tipo spirituale e come tale dovrà essere percepita);
2) quattro linee lungo le quali muoversi: esperienza di preghiera, fraternità, discernimento pastorale, aggiornamento culturale-teologico.

I livelli sui quali la FPC è chiamata ad operare sono molteplici e diversificati: si tratta del livello personale, parrocchiale o di comunità pastorale, decanale, zonale e diocesano. La proposta dovrà tenerne conto, valorizzando ciascun ambito e presentandosi come globalmente armonica.

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