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Iniziativa

Decreto dell’Arcivescovo: il Fondo famiglia-lavoro sarà attivo fino al 2010

Il cardinale Tettamanzi ha ufficializzato scopi, finalità e organi di gestione del fondo annunciato la notte di Natale nel Duomo di Milano. Nei decanati saranno attivati gruppi di lavoro per raccogliere e verificare le richieste

di Carlo ROSSI

27 Gennaio 2009

Venerdì 23 gennaio il cardinale Dionigi Tettamanzi ha ufficialmente costituito il “Fondo Famiglia-Lavoro” preannunciato nell’omelia della messa di Natale. Uno strumento, ha spiegato il Cardinale, per affrontare un tempo segnato «da una crisi finanziaria ed economica che – secondo gli esperti – non ha ancora manifestato pienamente i suoi effetti destabilizzanti, soprattutto le preoccupanti ricadute sulla società e sulle famiglie».

L’identikit. Il “Fondo Famiglia-Lavoro” nasce come fondazione non autonoma all’interno dell’Ente Arcidiocesi di Milano, con sede in piazza Fontana 2. Si rivolge alle famiglie che abitano nel territorio della Diocesi, privilegiando quelle che si trovano in difficoltà a causa della perdita del lavoro e non godono di ammortizzatori sociali sufficienti o di altre provvidenze pubbliche o private. Il Fondo si prefigge anche una finalità educativa in riferimento alla sobrietà che diventa solidarietà, affiancando e non sostituendo gli interventi caritativi della comunità cristiana.

Dotazione e durata. La dotazione iniziale è di un milione di euro: proviene dall’otto per mille destinato a opere di carità, dalle offerte pervenute all’Arcivescovo nel periodo natalizio, da scelte di sobrietà della diocesi e personali del cardinale. Questa cifra può crescere con il contributo di persone fisiche, comunità cristiane, enti privati e imprese. Tutto il denaro che confluisce nel Fondo concorrerà all’aiuto delle famiglie in difficoltà: i costi di organizzazione e amministrazione sono a carico dell’Ente Arcidiocesi. Il Fondo proseguirà le proprie attività fino al termine del 2010, ma potrà essere prorogato per uno o più anni a seconda dell’andamento della crisi.

Organismo di gestione. Ad amministrare le risorse c’è un Consiglio di gestione, nominato dall’Arcivescovo e composto da 7 membri tra cui il presidente. Determina i contributi da erogare, favorisce le iniziative di carattere educativo, stabilisce i criteri di individuazione delle situazioni di necessità, individua varie forme di collaborazione con analoghe iniziative pubbliche e private, presenta i rendiconti sull’andamento dell’iniziativa.

Organismo di controllo. La verifica sulla gestione del Fondo è affidata a un Comitato di 3 garanti designati dall’Arcivescovo, chiamati a presentare ogni tre mesi una propria relazione al Cardinale. Ha lo scopo di vigilare e di garantire la corretta amministrazione del Fondo e il raggiungimento dei suoi scopi presso l’Arcivescovo, le comunità ecclesiali, gli offerenti e l’opinione pubblica.

Operatività e territorio. Le attività più strettamente organizzative legate al Fondo vengono gestite da una segreteria diretta e coordinata da un segretario generale nominato dall’Arcivescovo in accordo con il presidente. La segreteria ha l’incarico di raccogliere le richieste dei decanati, selezionarle, inoltrarle al Consiglio ed erogare i contributi stabiliti.

Gruppi di lavoro. Il Fondo non deve sostituirsi alla responsabilità caritativa delle realtà locali. Per questo motivo, ai decanati è chiesto di attivare specifici gruppi di lavoro con il compito di raccogliere le richieste segnalate dalle realtà ecclesiali del territorio, verificarne le caratteristiche e presentarle alla segreteria del Fondo. Il gruppo di lavoro è formato dal decano (o da un suo rappresentante) e da altri due membri.

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