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La sezione Ordini religiosi e Congregazioni è formata da 195 volumi e conserva materiale documentario concernente sopratutto l'economia dei «recinti sacri»

Fabrizio Pagani

Ordini_religiosi

Monsignor Enrico Cattaneo diceva spesso che il più grande archivio religioso milanese è l’Archivio di Stato, e questo vale particolarmente per tutto ciò che riguarda gli Ordini religiosi con il suo Fondo di Religione. In tale nucleo è contenuta infatti la «documentazione che vede l’affermazione, l’esaltazione, il decadimento, il ricupero dell’universo ecclesiastico lombardo nella globalità degli interessi spirituali, materiali e anche mondani in cui sono coinvolti i capitoli cattedrali, abbazie, confraternite ecc. dal secolo XI all’Ottocento».[1] Lo stesso può dirsi anche per il fondo Amministrazione del Fondi di Religione. La concentrazione del materiale presso l’Archivio di Stato di Milano è una conseguenza dell’istituzione nel 1787 della magistratura del Fondi di Religione, per la conservazione e la liquidazione del patrimonio degli enti religiosi al momento della soppressione. Il riordinamento di queste carte dipendeva dall’attività amministrativa e fiscale che questa Magistratura esercitava. Per questi motivi la documentazione presso l’Archivio Storico diocesano riferita agli Ordini religiosi è quasi inesistente se paragonata a quella dell’Archivio di Stato. La povertà dei documenti conservati presso l’Archivio Storico diocesano è anche dovuta al fatto che conventi e monasteri spesso godevano di particolari privilegi, per cui manca tutta quella documentazione che nel fondo Visite Pastorali, invece, esiste per ogni parrocchia della Diocesi su cui la giurisdizione arcivescovile era, ovviamente, diretta. La sezione Ordini religiosi e Congregazioni è formata da 195 volumi. La parte delle Congregazioni maschili comprende 40 volumi, mentre la parte dei monasteri femminili copre il resto della sezione. Il materiale della sezione maschile rappresentato da decreti del Concilio di Trento sui monasteri e sulla loro riforma, da bolle, controversie sui diritti d’acqua, su legati, sulle eredità, liti con i coloni, stati amministrativi e patrimoniali, che presentano un coacervo di carte senza una divisione particolare tra i diversi monasteri e agli Ordini di appartenenza. Interessanti appaiono i volumi riferiti agli Umiliati (dal IX al XVI bis) che contengono, oltre alle solite carte su controversie, investiture, decreti, anche documenti sulla riforma dell’Ordine e nei volumi VII e VIII, sulla soppressione innocenziana dei conventi (1652-1654) e sulla più tarda soppressione austriaca (1770). Il volume XXXVI sulla Congregazione degli Oblati raccoglie le carte con le nomine e i progetti per la ricostruzione della Congregazione (1848-1850). I volumi dal XLI al XLIII interessano le abbazie date in commenda a cardinali e vescovi: le commende erano monasteri e conventi che, caduti d’importanza, venivano affidati ad alcuni prelati, per mantenerne la dotazione patrimoniale.[2] I volumi concernenti i monasteri e i conventi femminili coprono il resto della sezione (dal XLIV al CXCV). Anche in questa parte della sezione, il materiale conservato riguarda sopratutto l’economia dei «recinti sacri». Come per gli ordini maschili, la prima parte della sezione femminile contiene materiale su tutti i monasteri femminili (volumi dal XLIV al LVIII, che contiene i prospetti amministrativi dei 47 monasteri femminili della città di Milano tra il 1760 e il 1769). I volumi dal LIX al CXLIII riguardano i monasteri e i conventi della città: accanto alle bolle e ai brevi, alle disposizioni arcivescovili per la disciplina e la clausura, alle regole dei monasteri, vi troviamo gli stati patrimoniali, gli inventari dei beni, i testamenti, gli elenchi di monache. In questa sezione interessanti appaiono i volumi su S. Pelagia (il CXI) e su S. Prassede (dal CXII al CXXV). I volumi dal CLI al CXCV, infine, raccolgono il materiale sui monasteri e i conventi della Diocesi.

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[1] C. Paganini, L’archivio di Stato di Milano, in Diocesi di Milano. Storia religiosa della Lombardia, vol II, pp. 880-883.

[2] Le commende di cui viene conservato materiale sono: S. Antonio abate (Milano), S. Celso (Milano), S. Dionigi (Milano), S. Maria di Brera (Milano), Ss. Maria e Pietro (Chiaravalle), S. Giovanni in Baraggia (Robbiano), S. Maria Maddalena (Cava Tigozzi), S. Pietro (Civate), S. Abbondio (Cremona), S. Barnaba (Gratosoglio), S. Pietro all’Olmo, S. Ilario (Cremona), S. Maria de Cepis, S. Maria in Cavedra (Varese), S. Stefano del Corno (Lodi), S. Maria delle Grotte (Vitolano), Viboldone, S. Croce (Milano), S. Giovanni delle Vigne (Lodi), S. Bartolomeo (Pavia), S. Lanfranco (Pavia). Merita un cenno di attenzione il vol. XLII, q. 1, con i Quadri riassuntivi, riepiloghi, elenchi delle rispettive rendite di tutte le abbazie, priorati ed altri benefici ecclesiastici, nelle diocesi dello Stato di Milano, in vista della tassazione per il sussidio ecclesiastico (sec. XVIII).

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