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Sino al 1768 esistevano a Milano tre chiese dedicate a San Protaso, di quella del Castello «negli atti […] di visita del 1610; se ne porta il disegno»

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Sino al 1768 esistevano a Milano ben tre chiese dedicate a San Protaso: [1] la prima presso il centro della città chiamata San Protaso alla Rovere (nella cartina n. 201, colore blu), la seconda presso il Castello chiamata anche in campo intus (nella cartina n. 186, colore rosso) e la terza presso le Tenaglie del Castello chiamata anche in campo foris (nella cartina n. 188, colore verde).

Per quanto riguarda San Protaso al Castello o in campo intus il «Puricelli nella sua Dissertazione Nazariana» sostiene l’esistenza di una chiesa dedicata a San Protaso chiamata semplicemente San Protaso in campo edificata prima del 1171 – anno in cui il circuito delle mura del Castello di Milano venne allargato – dato che nei «libri più antichi delle Tridovane Litanie si legge questa chiesa intitolata di san Protaso in Campo così poi ne’tempi più bassi, leggesi chiamata in Campo intus». [2] Tuttavia come «Scrive Donato Bossi nella sua Cronaca Milanese all’anno 1368, […] per ordine di Galeazzo II Visconti […] fu demolita [questa] […] antica Chiesa [… che …] tolta dal sito primiero […] venne poi trapponata nel luogo, in cui ora si trova, durò fino a’tempi dell’avvisato Puricelli, il quale nel citato luogo ci avvisa, d’essere stata a’suoi tempi ristorata da Lodovico de’Vecchi Parroco della medesima. Si stende lo stesso Autore a narrare la giuresdizione Parrocchiale che teneva il Parroco della detta Chiesa dentro al Reale Castello, la quale a’giorni nostri vedremmo estinta, per essere stata appoggiata ad uno de’Cappellani di quella Fortezza». [3] Grazie alle parole del Puricelli e del Bossi e grazie allo studio del Mezzanotte e del Bascapè [4] comprendiamo che dopo i lavori voluti da Galeazzo II Visconti ossia la demolizione nel 1358 di San Protaso in campo e la sua ricostruzione in altro luogo per conferire una migliore struttura al Castello di Milano fu necessario aggiungere le specificazioni «intus» e «foris» per distinguere meglio San Protaso alle Tenaglie del Castello da San Protaso al Castello essendo entrambe edificate fuori del centro della Città e perciò chiamate anche in campus. Il Lattuada aggiunge che San Protaso al Castello o in campo intus «era Parrocchiale, trovandosi nominato il di lei Reggitore nella Storia di Landolfo contemporaneo ove racconta la causa vertente fra […]». [5] Infine, grazie al Rotta, [6] sappiamo che la chiesa voluta da Galeazzo II Visconti venne demolita nel 1786 per edificare delle case private come possiamo leggere dal Forcella [7] «acquistata dal cittadino Taiana, che ne fece una casa di civile abitazione al num. 2246, antica numarazione». Sempre grazie al Rotta [8] sappiamo che vi è ancora la possibilità di leggere «un bel legato di certo Alberico del 1142», che la parrocchia di san Protaso al Castello è menzionata nel 1368 e nel 1402 ed infine che «negli atti d’archivio ed in quelli di visita del 1610; se ne porta il disegno, [9] il quale si risolve nella forma d’un rettangolo con qualche cappella laterale. La parrocchia contava solo 450 anime [… e …] nel calendario Sintoniano si legge che qui si celebrava la festa dei santi Giacomo e Filippo».

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[1] P. Mezzanotte – G.C. Bascapè, Milano nell’arte e nella storia. Storia edilizia di Milano. Guida sistematica della Città, Bestetti, Milano 1948, 776.
[2] S. Lattuada, Descrizione di Milano (Tomo Quinto), num. 186.
[3] S. Lattuada, Descrizione di Milano (Tomo Quinto), num. 186.
[4] P. Mezzanotte – G.C. Bascapè, Milano nell’arte e nella storia. Storia edilizia di Milano. Guida sistematica della Città, Bestetti, Milano 1948, 776.
[5] S. Lattuada, Descrizione di Milano (Tomo Quinto), num. 186.
[6] P. Rotta, Passeggiate storiche, 151-152.
[7] V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e degli edifici di Milano dal secolo VIII ai nostri giorni (Vol. III), Bortolotti, Milano 1890, 35-36.
[8] P. Rotta, Passeggiate storiche, 151-152.
[9] ASDMi, Sez. X «Viste Pastorali», Serie 13 «Santa Maria del Carmine», Vol. 4.

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