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20 gennaio 1563 Pio IV concede a Melegnano l’indulgenza plenaria per i vivi e per i morti

Giuseppe Moreno Vazzoler

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Il 20 gennaio 1563, papa Pio IV, al secolo Giovanni Angelo de Medici, già feudatario di Melegnano, concede al grosso borgo, sede di pieve, l’indulgenza plenaria per i vivi e per i morti.

Giovanni Angelo Medici nacque a Milano il 31 marzo 1499, secondogenito di Bernardino Medici, discendente da uno dei tanti rami del nobile casato fiorentino, e di Cecilia Serbelloni. Iniziò il suo percorso di studi a Pavia per concluderlo nel 1525 presso l’università di Bologna, dove si laureò in diritto civile. Ordinato sacerdote due anni dopo, fu prontamente utilizzato dal fratello Gian Giacomo, abile e irrequieto condottiero e politico, per alcune missioni a Roma, presso la corte di papa Clemente VII, dove si fece subito apprezzare per le sue doti umane e diplomatiche. E mentre Gian Giacomo diventava primo marchese del borgo di Melegnano (“Marignano”), il nostro giovane Prelato percorreva una promettente carriera diplomatico – ecclesiastica che lo porterà al cardinalato nel 1556, anno della morte del fratello, ed alla sua successione nel marchesato della nostra città.

Alla morte di papa Paolo IV, con cui ebbe alcuni contrasti di natura politica, partecipò al lungo e tribolato conclave per la sua successione e ne uscì papa, il 26 dicembre 1559, col nome di Pio IV. Dal 9 ottobre 1555 al 6 gennaio 1560, giorno della sua solenne incoronazione, fu marchese del nostro borgo, a cui rimase sempre profondamente legato.

Volle prontamente con sé a Roma i due nipoti Borromeo: Carlo, che venne eletto cardinale a soli ventun anni (31 gennaio 1560), arcivescovo di Milano e legato pontificio a Bologna, e Federigo, che diventò capitano generale della Chiesa nel 1561. Il pontificato di Pio IV fu caratterizzato da un notevole equilibrio pastorale ecclesiastico e da moderazione diplomatica e chiarezza col potere civile. Portò a termine il concilio ecumenico sospeso già dal 1552 al 1560, impose l’obbligo della residenza agli ecclesiastici titolari di un beneficio, istituì il seminario romano sotto la guida dei Gesuiti, ridusse il potere dell’Inquisizione, favorì la riforma della musica liturgica, etc. Sofferente di gotta e di catarro, dall’estate del 1563 si aggiunse la nefrite: due anni dopo le sue condizioni sanitarie peggiorarono drasticamente e il 9 dicembre del 1565, alla presenza dei futuri santi Carlo Borromeo e Filippo Neri, morì. Nel suo testamento, conservato nella biblioteca Ambrosiana di Milano, lasciava “a suo fratello Agostino il castello di Melegnano con mobilia”.

Il profondo legame avuto col nostro borgo e l‘amicizia col suo parroco, don Giovanni Battista Pavesi, furono sicuramente il motivo determinante perché papa Pio IV concedesse, con sua bolla datata 20 gennaio 1563, l’indulgenza plenaria perpetua, in forma di giubileo, alla chiesa di San Giovanni Battista in Melegnano. L’indulgenza plenaria concessa alla chiesa parrocchiale di Melegnano ricalca la consueta indulgenza alla quale sono collegate le forme e i privilegi dei giubilei romani (visitando la chiesa e confessori con speciali facoltà), con alcune specificità che la rendono eccezionale:

  • non sono richieste preghiere speciali, ma è sufficiente la visita alla chiesa di S. Giovanni Battista, recitando “fervide preghiere a Dio”, come prescritto nella bolla;
  • non è indispensabile la confessione e la comunione immediata, ma l’intenzione di ottemperarvi quanto prima;
  • il “perdono” è applicabile non solo a se stessi ed ai defunti, ma anche a quanti, pur assenti, siano uniti intenzionalmente;
  • il “perdono” è lucrabile dal mezzogiorno del giovedì santo fino alla sera del venerdì santo. Lo stesso dicasi per la festa della Natività di S. Giovanni Battista.

La pergamena su cui è scritto il testo latino è autentica, come risulta dalla retrostante dichiarazione curiale del 26 marzo 1583, misura circa cm. 63 x 47, e restaurata recentemente è racchiusa in una bella cornice lignea barocca, anch’essa da poco restaurata. Eccone il testo tradotto in italiano:

 

«Il Papa Pio IV. Il Vescovo Servo dei servi di Dio a tutti quanti cristiani che leggeranno la presente lettera, salute e apostolica benedizione.

Facendo Noi in terra, quantunque immeritevoli, le veci del Salvatore e Signore nostro Gesù Cristo Unigenito di Dio Padre, il quale per la redenzione del genere umano si è degnato scendere dall’eccelso trono dei Cieli alle bassezze di questo mondo, prendere la nostra carne dal seno della Vergine e, compiuto a nostra istruzione il corso di questa vita, sborsare il prezzo sull’altare della Croce; bramosi, secondo il dovere a noi affidato dell’apostolica servitù, di condurre il gregge del Signore alla vita dell’eterna luce, di frequente invitiamo i fedeli, i meriti dei quali sono assolutamente minori dei demeriti, alla venerazione dei santi templi di Dio con doni spirituali, cioè con le indulgenze e con la remissione delle colpe, per rendersi sempre più degni, con la sincerità della devozione, lavata ogni macchia di peccato, a meritarsi le grazie divine.

Desiderosi pertanto che la chiesa di San Giovanni Battista del territorio di Melegnano nella diocesi milanese, verso la quale, come ci è noto, il diletto figlio attuale Proposto porta un singolare affetto di preferenza, sempre più si onori, sia dai cristiani fedeli nella dovuta venerazione ed i medesimi più devotamente ad essa concorrano, perché da questo dono di grazie celeste si sentano maggiormente rafforzati, per la misericordia di Dio Onnipotente ed appoggiati all’autorità dei beati apostoli Pietro e Paolo, per l’apostolica autorità ed in forza della presente lettera, amorevolmente concediamo ed elargiamo nel Signore a tutti ed ai singoli cristiani fedeli d’ambo i sessi, che veramente pentiti, confessati o con proposito di confessarsi visiteranno la detta chiesa dai primi vesperi della vigilia del venerdì santo e della festa della Natività di San Giovanni Battista fino al calar del sole dei medesimi giorni, e vi avranno innalzato fervorose preghiere a Dio, l’indulgenza plenaria e la remissione di tutti i peccati, anche per i vivi e per le anime degenti nel Purgatorio per modo di suffragio ed in forma di giubileo, ogni qualvolta faranno ciò.

E’ nostro volere che per i penitenti la presente indulgenza non venga compresa nelle revocazioni o sospensioni fatte o da farsi di simili o di dissimili indulgenze, ma che ogni volta che saranno emanate, questa nostra sia sempre lasciata nel suo primiero stato, da durare in perpetuo. E’ nostro Volere inoltre che se ai visitanti la detta chiesa verrà da Noi concesso qualche altra indulgenza, la presente non abbia più valore né forza.

Data in Roma presso San Pietro. L’anno dell’Incarnazione del Signore 1563, 20 gennaio, quarto anno del nostro pontificato. – Papa Pio IV».

 

FONTI:
Archivio storico parrocchiale S. Giovanni Battista in Melegnano.
Archivio storico diocesano di Milano, Visite Pastorali, Melegnano.
C. Amelli, Il perdono di Pio IV, Melegnano 1963.
G.M. Vazzoler, Il Giubileo di S. Carlo Borromeo, Milano 1999.

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