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Oggi chi controlla energia elettrica, reti informatiche e motori di ricerca, ha il “Potere”. Fino alla metà del XIX questo era nelle mani di chi controllava il “Mondo della Carta”. Materiali diversi, ma stessi giochi di potere

di Giorgio Dell’Oro

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Giorgio Dell’Oro, Carta e potere. La carta “lombarda” e l’Europa dagli Asburgo ai Savoia. Acqua, stracci, carta, colla e penne (secoli XVI-XIX), Gallo edizioni, Vercelli 2017.

 

Gli studi sulla carta e dei suoi derivati si sono occupati in generale della fabbricazione in particolari luoghi – come Fabriano, Toscolano, Amalfi – e sul suo uso più elevato e intellettuale, cioè scrittura e arte libraria. Poco si sa però sulla storia della carta nel quotidiano, degli stracci, della colla, dell’inchiostro e delle penne, e altrettanto misconosciuti sono consumi da parte delle istituzioni civili e religiose, e dei privati. Tutti questi temi vengono alla luce e si rivelano grazie a un vasto e articolato scavo archivistico operato tra Piemonte e Lombardia, e poi notevolmente approfondito grazie alle indicazioni fornite dai registri contabili della Mensa arciepiscopale di Milano.

L’opera illustra, grazie a testimonianze documentarie inedite, tutte queste questioni ritenute generalmente marginali dalle ricerche che si sono occupate della “Lombardia” e dei suoi rapporti internazionali (per Lombardia fino al Settecento si indicava l’area compresa tra il Piemonte e il Veneto e tra i grandi laghi e l’Emilia). Le storie della carta e dei materiali ad essa legati, intrecciandosi e completandosi, danno vita a racconti che non sfigurerebbero in film di spionaggio o di avventura:

Stracci: Erano la materia prima per produrre la carta e avevano un valore oggi inimmaginabile. Nell’opinione comune odierna gli stracciai sono ritenuti lavoratori marginali e miseri, ma in età moderna erano professionisti che operavano su scala internazionale e muovevano ingenti capitali grazie alla vendita di questa preziosa merce.

Colla: Per scrivere era necessario impermeabilizzare la carta, operazione che fino all’Ottocento era eseguita con collanti di origine animale. Nel corso del XVII secolo però la produzione della colla subì un drastico calo sia per la crisi dell’allevamento, sia per il contrabbando sia perché buona parte degli avanzi erano utilizzati dai “lombardi” in ambito gastronomico.

Inchiostro: Sebbene di uso estremamente comune non diede mai vita a una corporazione o a una industria fino alle soglie del XX secolo, ma venne prodotto generalmente direttamente dai cartai e dagli stampatori, i quali avevano svariate ricette gelosamente conservate e tenute segrete.

Penne e matite: erano uno strumento venduto in esclusiva dai cartari e che era entrato nell’uso comune verso il VII secolo. Per realizzarle erano usate penne di diversi uccelli e solo nel Settecento fecero la loro comparsa «penne da scrivere» in legno, ottone e acciaio. Le matite come oggi le conosciamo sono recentissime e la loro storia in realtà comincia solo nel XVII secolo.

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