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Il 3 dicembre 2017 con una solenne celebrazione l’edificio viene riaperto al culto

Maria Teresa Villa

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Foto di Luigi Sarzi Amadè - www.recsando.it

“Eminenza, ora noi abbiamo una casa, ma per sentirci una comunità cristiana, avremmo bisogno di una casa di Dio che ci potesse accogliere tutti per pregare, per ritrovarci fratelli in Cristo.” (visita pastorale del 1969). Così si esprimeva un parrocchiano, da poco giunto nelle villette del villaggio di via Bezzecca, all’Arcivescovo in visita alla parrocchia che in quegli anni aveva raddoppiato la popolazione. Il parroco don Ugo Scotti raccoglie la sfida ed affida la progettazione del nuovo edificio all’architetto della Curia, mons. Enrico Villa. Il 5 aprile 1971 mons. Libero Tresoldi, vescovo ausiliare di Milano, posa la prima pietra; il 3 ottobre 1972 mons. Luigi Oldani asperge l’edificio ed il 4 ottobre 1972 il card. Giovanni Colombo presiede la solenne celebrazione di Dedicazione. L’attuale chiesa prese titolo dalla precedente del 1643, dedicata a San Marziano, primo vescovo di Tortona, martire nei primi secoli. Nell’omelia di consacrazione il Cardinale disse che il ricordo di questa chiesa gli sarebbe rimasto particolarmente vivo, poiché il suo altare è dello stesso marmo di Candoglia (bianco cristallino, leggermente rosato) con cui è stato edificato il Duomo di Milano. Del medesimo materiale sono fatte le due colonne dell’altare (pesante ciascuna 13 quintali!), la sede della presidenza, il piedistallo della statua della Vergine Maria, le acquasantiere. Significativa anche la collocazione del cero pasquale, innestato in un frammento di guglia, proveniente della Cattedrale di MiIano. Il tetto spiovente della chiesa richiama l’architettura delle villette circostanti. Coincidenze non prive di significato: il tempio si inserisce tra le abitazioni della chiesa locale, prendendo spunto da esse; il tempio, in maniera diretta e tangibile si allaccia col cuore della Chiesa particolare, la Diocesi. Come segno di continuità con l’antica e prima chiesa – ora denominata San Matroniano in onore dell’eremita che dimorò nei boschi di Sesto nei primi secoli – l’antico battistero fu ricollocato nel nuovo edificio. Anche la statua lignea policroma della Beata Vergine del Rosario – presumibilmente del 1700 – venne sistemata nella nuova chiesa.

Il nuovo edificio, nei primi anni del nuovo secolo, fu abbellito – grazie alla generosità di un benefattore – con vetrate artistiche istoriate. L’allora parroco don Stefano Maldifassi scelse di raffigurare la storia della salvezza, attraverso 18 episodi tratti dalla Bibbia, e la storia della Chiesa, tramite 9 figure spirituali significative del suo cammino di fede. [1] Don Antonio Loi, vicario parrocchiale a Sesto dal 2008, ha cominciato a pensare alla sistemazione dell’edificio sacro nel 2013 parlandone col parroco di allora, don Lino Maggioni. Dal confronto con il consiglio pastorale, il gruppo liturgico e il consiglio amministrativo è nato un primo progetto, redatto dall’architetto Massimo Brambilla di Lecco. Sotto la guida del nuovo parroco don Luca Violoni, con il rifacimento del tetto, è iniziato il primo lotto di lavori, inaugurato il 16 settembre. Il 3 dicembre 2017, dopo cinque mesi di lavoro, l’edificio è riaperto al culto con una solenne celebrazione presieduta dal prevosto don Luca e concelebrata da don Antonio e don Lino (parroco emerito). Presenti le autorità civili e militari e la Sorella Maggiore dell’Istituto delle Ausiliarie diocesane; numerosissima la partecipazione dei fedeli. L’Eucarestia si è conclusa con i ringraziamenti di don Antonio che ha reso pubblica una lettera di augurio dell’arcivescovo Mario Enrico Delpini, scritta per la gioiosa occasione e indirizzata a lui e a tutti i fedeli della parrocchia.

Si è operato un restauro conservativo, partendo da un nuovo impianto di riscaldamento per irraggiamento a pavimento. Il pavimento, alzato di 10 centimetri, è stato realizzato in grès porcellanato di colore grigio/beige; per la navata e la zona del presbiterio è stato utilizzato marmo bianco di Carrara. L’impianto luci è stato completamento rinnovato, con proiettori a led ad alta efficienza, come pure l’impianto audio. In presbiterio la sede della presidenza è stata traslata a sinistra, in ottemperanza alle norme liturgiche, e la croce collocata dietro l’altare. Tutti gli arredi in marmo (battistero, ambone, tabernacolo, sede, altare, acquasantiere e il basamento della Madonna) sono stati ripuliti e lucidati. Il coperchio del battistero e il tabernacolo sono stati restaurati, dorati, argentati e zapponati. L’antico battistero è stato disposto all’ingresso a sinistra, ad un livello leggermente più basso, sempre per rispettare le indicazioni liturgiche, appoggiato su un pavimento lavorato a ottagono. La statua della Madonna è stata spostata in avanti, sulla destra, leggermente arretrata rispetto all’altare. La corale ha trovato una nuova disposizione all’interno dell’assemblea. Il portone restaurato, la tinteggiatura, un servizio igienico in sacrestia e nuovi arredi interni hanno completato i lavori. Sulla nuova porta d’ingresso interna in vetro, sono state serigrafate due frasi. Sulla parte sinistra: “«Signore, amo la casa dove tu dimori e il luogo dove abita la tua gloria» dal Sal 26”. Sulla parte destra: “Chiesa di San Marziano, Vescovo e Martire, dedicata il 4 ottobre 1972”.  Sul pavimento esterno di ingresso è stata collocata una pietra con queste parole: “Grazie di cuore a coloro che, in tanti modi, hanno partecipato ai lavori di ristrutturazione. 3 dicembre 2017”. I nuovi armadi per la sacrestia sono ancora in fase di lavorazione. In progetto vi è la collocazione di una copia del quadro del Tassinari, dedicato al martirio di san Marziano e custodito al Museo diocesano di Tortona, la collocazione di un nuovo confessionale e la sistemazione dell’area del sagrato e della cancellata.

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[1] S. Rossi, Fra tante abitazioni la nuova casa di Dio, Il Cittadino 7 ottobre 1972.

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