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Essere ammesso agli Ordini Sacri per sopperire alle necessità della propria famiglia

Cardani

«Desiderando il suo fedel servo Oratio Cardani farsi [pro]muovere alli sacri | ordini ottenne da v[ostra] s[ignoria] ill[ustrissi]ma l’anno passato d’andar nel collegio | di S[an]ta Maria Fulcorina dove è stato [per] mesi quattro in circa | sin tanto gli è statto il m[olto] r[everen]do p[ad]r[e] Massimo Rettore et […]  | per lettori, nel qual tempo fu [pro]mosso alli quattro ordini minori | doppo detto tempo ritrovandosi il d[ett]o sup[lican]te desideroso d’imparare | et senza alcun governo in d[ett]o luoco, hebbe ricorso dal m[olto] r[everen]do mons. Fontana all’ora di detto luoco p[er] lettore; qual inteso | le suddette cuose diede licenza al sup[lican]te d’uscire di detto | collegio pur che stasse in casa d’un sacerdote, et gli piacque | stasesse in casa di mons[igno]re Rasino Can[oni]co di San[t]o Ambro[gio] | andando però ad udire in Brera. Il che tutto è stato | eseguito, come dalle fede [pro]dotte. Hora avendo d[ett]o sup[lican]te | ricecato d’esser [pro]mosso alli sacri ordini gli sii | forsi opposto non haver obbedito a v[ostra] s[ignoria] ill[ustrissi]ma [per] | essere uscito di d[ett]o Collegio; del che crede (il) d[ett]o sup[lican]te esserne | scusato [per] la licenza già hauta et altre cause; però | ritrovandosi d[ett]o sup[lican]te d’età matura desidera servire a Dio | et v[ostra] s[ignoria] ill[ustrissi]ma con farsi sacerdote, tanto più ritrovandosi il | sup[plican]te di casa nobile ed puochis[si]ma facultà, et molto agravio | ciò è di matre vecchia, due sorelle di marito, la cognata già | moglie dil s[igno]r Camillo Cardani phisico fr[atel]lo di d[ett]o sup[lican]te | con duoj figliolini et tutti con puochis[si]me facoltà tal che | tutto il carico non solo de la casa; ma d’ogni altra cuosa | dependente sia in esso sup[lican]te il che anchora à […] d[ett]o sup[lican]te à non [pro]moversi p[rim]a alli ordini sacri come è notorio | però sapendo quanto v[ostra] s[ignoria] ill[ustrissi]ma sij misericordioso massime in|| simili casi dove si tratta di vedove, orfani e putte di marito, ne | darà orechia a qualchi invidiosi o inimici di questa povera sua casa | quali senza alcuna c[om]passione, non riguardando ad alcuna nobiltà | d’essa forsi desiderano andasse a male, o li occorresse qualche | caso sinistro [per] vendetta, il che Dio non voglia | quali farsi hano datto qualche sinistra informatione a v[ostra] | s[ignoria] ill[ustrissi]ma del sup[lican]e massime che non sii andato nell’habito clericale | nel tempo è statto fuori di Milano, il che con buona pace l’ora[tore] non si troverà con verità [per] essere sempre de[tto] sup[lican]te statto in | habito, et in casa, et fuori, salvo il capello uscindo di casa | come è solito nelle ville [per] il sole, ò pioggia; però | ricorre da v[ostra] s[ignoria] ill[ustrissi]ma | Supp[li]ca atteso le cuose dette sopra sij servita non riguardando | ad alcuno falso delatore ma all’espressa verità et con | gl’occhi della pietà ordinare d[ett]o sup[plican]te alli sacri ordini | offrendosi quando di ciò  non habbi quella sodisfatione ricerca | far quanto v[ostra] s[ignoria] ill[ustrissi]ma comandarà, acciò resti desingannata | di quanto forsi gli è detto in [con]trario, il che spera.»  [1]

La lettura della richiesta del chierico Orazio Cardani ci offre l’occasione per riflettere sulle modalità attraverso le quali la Comunità di coloro che scelgono di imitare il Signore Gesù Cristo si prende cura di coloro che sono nel bisogno. Il Cardani scrive all’Autorità ecclesiastica affinché possa provvedere al proprio sostentamento e a quello dei propri familiari attraverso l’amministrazione dei beni che gli verranno assegnati una volta entrato a far parte del clero. Grazie a molteplici esperienze positive e negative la Chiesa ha imparato, nel tempo, a prendersi cura di coloro che sono nel bisogno attraverso diverse altre modalità rispetto all’entrare a far parte del novero di coloro che consacrano la propria vita a Dio. Coloro che si consacrano a Dio lo fanno come modalità concreta di rendere grazie a Dio dei beni ricevuti attraverso il dono di sé, attraverso la scelta libera e volontaria di farsi prossimo e di prendersi cura di coloro che incontrano. Per tale ragione nella Chiesa sono nati alcuni ordini religiosi che si fanno carico in modo esplicito degli indigenti come – per fare un esempio fra molti – le Sorelle della Carità fondate da San Vincenzo de’ Paoli e poi chiamate, a partire dal 1629, Dame della Carità. Attualmente vi sono molte realtà ecclesiali che si fanno prossimo a coloro che sono nel bisogno fra queste appare degna di nota la Caritas nelle sue varie articolazioni: internazionale, nazionale, diocesana e parrocchiale.

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[1] ADMi, Sez. X «Visite Pastorali», S. Maria alla Porta, vol. 11, quint. 15, f. 3.

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