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Gabrio Piola, conseguito il dottorato in matematica presso l'Università di Pavia il 24 giugno 1816, fu insegnante di Francesco Brioschi, fondatore del Politecnico di Milano, e perciò, presso la sede del Politecnico, furono intotolate in suo onore sia piazza Piola sia l'omonima fermata della metropolitana

Mirko Guardamiglio

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Gabrio Piola Daverio è l’ottavo figlio del Patrizio milanese e Giureconsulto collegiato Giuseppe Piola Daverio e di Angiola Casati, nacque il 15 luglio del 1794 e dopo aver ricevuto una prima fomazione scolastica fra le mura domestice e poi presso il liceo locale, consegue il 24 giugno 1816  il dottorato in Matematica presso l’Università di Pavia. Pur ricevendo l’offerta della cattedra di Matematica Applicata a Roma, Gabrio Piola preferì dedicarsi all’istruzione privata, avendo fra i propri alunni Francesco Brioschi, futuro fondatore del Politecnico di Milano. Il Piola, attraverso le proprie ricerche in campo matematico e fisico, contribuì non solo al progresso del calcolo integrale ma anche alla descrizione del comportamento dei corpi sottoposti all’azione di forze. Gabrio Piola fu presidente dell’Istituto lombardo di scienze e lettere e arti oltre che membro ossequiato delle più prestigiose Accademie scientifiche di Bologna, Torino, Modena, Palermo, della Pontaniana di Napoli, degli Agiati di Rovereto, dell’Ateneo di Brescia e Presidente dell’Accademia dei Lincei. Uomo di idee avanzate, si batté per far accedere anche le donne alla facoltà di Scienza (G. Barzaghi, Tre secoli di storia e pastorale degli oratori milanesi, LDC, Torino 1985, 293). In suo onore furono intotolate sia piazza Piola sia l’omonima fermata della metropolitana presso Città Studi (sede delle facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Milano e sede centrale del Politecnico di Milano). Oltre ai suoi molti scritti scientifici sono degni di nota i testi relativi al suo impegno presso l’oratorio di San Vittore e quaranta martiri. Tali documenti (G. Barzaghi, Tre secoli di storia e pastorale degli oratori milanesi, LDC, Torino 1985, 296-297; 298-299) rilucono per longimiranza pedagogica e saggezza umana a tal punto da far affermare all’Apeciti che: «Anche quest’oratorio [San Vittore e quaranta Martiri] deve moltissimo alle grandi personalità, che lo ressero. Qui si pensi che il primo prefetto ne fu Gabrio Piola (1794-1850), al quale dobbiamo una interessante relazione sull’oratorio ed un non meno interessante progetto educativo, nella forma di una lettera al Maestro degli Incipienti» (E. Apeciti, L’oratorio Ambrosiano da san Carlo a fine Ottocento in La Scuola Cattolica 5 (1994), 561-562). Anche il dottor Ferdinando Rossi, medico condotto di Giussano, che lo aveva assistito negli ultimi giorni di vita, tenne sulla sua tomba un discorso funebre a testimonianza della sua santità affemando che Gabrio Piola era «Modello di vita religiosa e modestia, di ferma fede, di patrio amore e d’ogni altra virtù cittadina e domestica di cui può onorarsi un uomo […] testimoniò della serenità pur nelle sofferenze della malattia» (E. Apeciti, L’oratorio Ambrosiano da san Carlo a fine Ottocento in La Scuola Cattolica 5 (1994), 299).

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