Sirio 26-29 marzo 2024
Share

Editoria

In Tribunale per un plagio di preghiere

Il caso di una novena mariana spagnola tradotta e pubblicata in Italia

di Alberto Pojaghi

26 Aprile 2017

Il Tribunale di Milano – Sezione specializzata in materia d’impresa – con sentenza numero 1548/2017 pubblicata l’8-2-2017 si è occupato della imputazione di “plagio di preghiere” a proposito di una novena religiosa mariana.

Con atto di citazione notificato in data 13-5-2014 la editrice spagnola Editions Du Gingko S.a.r.l. aveva convenuto in giudizio l’omologa casa italiana Edizioni Segno di Mantero Pietro & C. S.a.s. al fine di far dichiarare la violazione da parte della convenuta dei propri diritti di utilizzazione economica, in qualità di editore, della novena religiosa intitolata “Maria Desatadora de Nudos”, scritta da monsignor Juan Ramon Celeiro, tradotta e pubblicata in Italia con il titolo “Maria che scioglie i nodi – Novena”, lamentando che l’edizione a cura della convenuta avesse identico contenuto e simile presentazione grafica della propria opera.

La convenuta, nel merito, si difendeva negando all’opera azionata tutela autoriale, assumendo che la preghiera costituirebbe un genere letterario non suscettibile di privativa autoriale e che quella oggetto di causa sarebbe comunque priva dei requisiti di originalità e novità.

Il Tribunale ha ritenuto infondate tali eccezioni in quanto, sotto il primo profilo, la peculiare destinazione spirituale e religiosa dell’opera letteraria non comporta, in linea di principio, la sua esclusione dalla tutela autoriale ed anzi la stessa legge italiana sul diritto d’autore annovera fa le opere meritevoli di tale tutela quelle “religiose”, in cui devono ricomprendersi in sé anche le preghiere; e comunque, sotto il secondo profilo, il libretto “Maria che scioglie i nodi – Novena” è dotato senz’altro dei requisiti di novità e creatività, prescritti ai fini della tutela autoriale.

Il Tribunale ha inoltre respinto la difesa della convenuta diretta ad escludere la configurabilità in astratto del plagio delle preghiere, alla luce di una affermata scriminante generale, a dire della convenuta ricavabile dal regime delle utilizzazioni libere di cui agli articoli 65 e seguenti l. aut. in relazione all’articolo 5 comma 3 lettera g) della Direttiva 29/2001 Ce.

Ha ritenuto al contrario il Tribunale che le utilizzazioni libere configurino ipotesi eccezionali, soggette ad interpretazione restrittiva e che, dunque, il loro ambito di applicazione sia limitato alla rigida casistica espressamente indicata. Infatti le disposizioni di cui agli articoli 65 e seguenti l. aut. individuano un’area normativa entro la quale, per finalità di interesse collettivo – quali quelle di didattica, di ricerca, di informazione e di critica -, il diritto esclusivo dell’autore è “affievolito” nel suo contenuto e viene consentito ai terzi, entro specifici limiti, il libero utilizzo dell’opera. Tale eccezionale “affievolimento” della privativa è dunque il risultato di compromesso del contemperamento delle contrapposte esigenze di tutela del singolo, autore dell’opera, e delle esigenze della collettività alla diffusione delle conoscenze, al libero scambio delle idee e, in ultima istanza, alla ulteriore produzione di cultura.

Tali ipotesi non legittimano tuttavia la libera riproducibilità dell’opera in ragione della sua destinazione religiosa, al di fuori del particolare contesto della celebrazione liturgica, ove assume preminente rilievo la libertà religiosa.

Il caso in esame, relativo all’edizione di un’opera plagiata – senza alcuna questione sulla sua utilizzazione in un contesto liturgico da parte della comunità – invece esula senz’altro da questo peculiare ambito.

Tanto ritenuto, alla luce di un vaglio complessivo delle due opere, il Tribunale ha ravvisato la sussistenza del plagio, sotto il profilo sia sostanziale sia formale. Infatti il raffronto tra i due testi in conflitto evidenzia una riproduzione integrale e letterale del testo delle preghiere, costituito da nove meditazioni giornaliere costruite secondo la medesima struttura (identica supplica, seguita dalla stessa meditazione con uguale riferimento ai passaggi biblici), che traggono origine dalla stessa ispirazione e propongono la medesima meditazione (purezza dell’anima, perdono, meditazione). Non solo, ma i brani presentano la medesima impostazione linguistica e la ripetizione delle stesse parole, frutto nel libretto di Edizioni Segno non di una casuale identica scelta, ma di volontaria ripetizione.